La presidenza a un pesarese pioniere del settore come Giovanni Girolomoni oltre alla presenza di Tommaso Di Sante, già guida della Federazione di Pesaro Urbino, nel cda
c’è tanta Coldiretti e tanta provincia di Pesaro Urbino nel Distretto Biologico delle Marche varato ieri a Palazzo Leopardi, sede del Consiglio regionale. Un’unità d’intenti inedita per le Marche, regione al plurale che troppo spesso si muove frammentata e in ordine sparso, che vede la provincia pesarese all’avanguardia. Con circa 30mila ettari con un migliaio di operatori attivi sul fronte della produzione green certificata è il nord delle Marche ad avere il primato nel biologico. Pesaro Urbino è la terza provincia d’Italia nel rapporto tra negozi specializzati bio e numero di abitanti, addirittura prima se guardiamo al settore della cosmetica green e seconda nell’e-commerce di prodotti biologici. È tra le prime province d’Italia, sempre secondo i dati BioBank, per numero di aziende agricole bio che svolgono anche attività agrituristica. “Unirsi per valorizzare le produzioni e, di conseguenza, le imprese agricole e in generale tutto il territorio è stato il nostro obiettivo fin dall’inizio – spiega Di Sante – la struttura delle nostre aziende, per lo più, piccole e medie on consentiva ai singoli di crescere. Così riusciremo a proporci come territorio facendo aumentare la notorietà di tutta la regione, rafforzando al contempo la nostra immagine turistica. Bene ha fatto la Regione nel troncare quegli indugi che avrebbero potuto mantenere i localismi e quelle divisione che nel tempo non hanno portato a nessun risultato soddisfacente”