VITRI” LA REGIONE ASCOLTI IL DOTTOR BUCCI E IL DOTTOR GNUDI. LA SANITA’ MARCHIGIANA E’ AL COLLASSO”
Le dichiarazioni di oggi del primario del Pronto Soccorso di Pesaro Umberto Gnudi e la testimonianza, qualche giorno fa del dottore Gregorio Bucci, coordinatore della Guardia Medica di Pesaro, sono un pugno allo stomaco, ma sono tanto dure quanto veritiere, perché ci restituiscono fedelmente il quadro di una sanità regionale al collasso.
Da mesi lanciamo appelli alla Giunta Acquaroli per intervenire su due fronti: assunzioni e retribuzioni, perché senza un accordo immediato sui contratti e sulle condizioni di lavoro sarà impossibile trovare medici da assumere.
Per quanto riguarda infatti il primo aspetto, l’Assessore Saltamartini ha annunciato l’arrivo al pronto soccorso di Pesaro di otto medici dal concorso regionale per medicina d’urgenza e cinque chirurghi da destinare anche al Pronto Soccorso. Su queste assunzioni lo stesso dottor Gnudi ha espresso diverse perplessità dato che in passato non hanno avuto esito.
Ad oggi infatti i nostri medici sono tra quelli meno pagati in Italia e per questo molti preferiscono lavorare nei presidi dell’Emilia Romagna.
Per questo l’altro fronte sul quale da mesi chiediamo di intervenire è quello della retribuzione. Come ho evidenziato nell’ultimo Consiglio regionale, con un’interrogazione relativa alle guardie mediche, oltre al contratto collettivo nazionale, tutte le Regioni quello integrativo. Cosa che nelle Marche viene richiesta dai rappresentanti dei medici dal mese di marzo, senza mai ottenere risposta. Solo ora, a dicembre l’assessore dichiara di avere appena aperto il tavolo di contrattazione.
Bisognerebbe ad esempio prevedere un incremento del 40% della retribuzione ai medici di continuità assistenziale che lavorano in due sedi differenti. Allo stesso modo disporre retribuzioni integrative per tutto il personale medico e infermieristico di pronto soccorso e 118.
La giunta Acquaroli prometteva di riaprire i piccoli ospedali con la bacchetta magica, mentre sta portando la sanità al collasso togliendo persino i servizi essenziali.