Silenzio in sala, il linguaggio del cinema

Silenzio in sala, il linguaggio del cinema

Rassegna di film in lingua originale con sottotitoli in italiano e presentazione in Lis

Prenderà il via lunedì 16 novembre, una nuova rassegna di film in lingua originale dal titolo “Silenzio in sala IL LINGUAGGIO DEL CINEMA”. Il ciclo, organizzato dal Comune di Pesaro (assessorato alla Bellezza), Amat e dall'associazione “Il Campo”, con il prezioso patrocinio della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, si terrà nella saletta Pasolini del teatro Sperimentale (ingresso in piazza del Popolo).

Tutti i film saranno presentati in Lis (Lingua dei segni italiana). 

Si parte a novembre e si riprende a gennaio

Si parte a novembre con tre film,  poi ci sarà una pausa a dicembre, per riprendere quindi la rassegna a gennaio, fino a marzo, per un totale di 12 film. La selezione delle pellicole tocca tutti i Paesi del mondo.

Già nei primi tre film  che aprono la rassegna si avrà un “antipasto” coi fiocchi. Si comincia infatti il 16 novembre con un film francese (La famiglia Bélier), per passare a una pellicola iraniana  (Taxi Teheran) il 23 novembre e poi chiudere il mese con È arrivata mia figlia!  (30 novembre), film brasiliano.

Da gennaio poi si esploreranno  altri Paesi, tra cui ovviamente, anche Usa e Inghilterra. Ma non solo. La rassegna quindi permette uno sguardo completo sui più bei film di quest'anno provenienti dalle varie parti del mondo. 

“Si tratta di un'anteprima importante di un progetto che si svilupperà poi nella prima parte del 2016 – interviene il vicesindaco con delega alla Bellezza Daniele Vimini -. Il cinema che torna nel centro storico della città, unito alla possibilità di avvicinare il pubblico dei sordi a quanti cercano titoli in lingua originale e sottotitolato. Per il gusto della fruizione originale o anche finalizzato all'ascolto della lingua, penso soprattutto all'inglese, ma non solo”.

La rassegna dunque permetterà a chi ama il cinema di “gustarsi” i film in lingua originale non condizionati dal doppiaggio.

“La Mostra Internazionale del Nuovo Cinema è ben lieta di patrocinare la rassegna ‘Il linguaggio del Cinema’ che si svolgerà in uno dei luoghi più cari al nostro Festival, che proprio durante quest'ultima edizione è stato dedicato a Pier Paolo Pasolini. Un'iniziativa che propone film di qualità e che si rivolge in particolare anche a un pubblico, quello dei non udenti, cui la mostra continuerà a dedicare attenzione nelle sue attività future”, sottolinea il responsabile del coordinamento organizzativo della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, Cristian Della Chiara.

Tre dunque le proiezioni, a partire dalle ore 21 di lunedì 16, 23 e 30 novembre. L'illustrazione del manifesto è di Magda Guidi.

La biglietteria apre alle 20.30; ingresso: 5 euro; info 388-7443108

I film in proiezione in lingua originale (con sottotitoli in italiano)

16 novembre 2015 

La famiglia Bélier - Francia, 105 min, anno 2014 - Distribuzione: BIM

Regia di Eric Lartigau

Con Karin Viard, François Damiens, Eric Elmosnino, Louane Emera, Roxane Duran, Ilian Bergala, Luca Gelberg

TRAMA: Nella famiglia Bélier, sono tutti sordi tranne Paula, che ha 16 anni. Nella vita di tutti i giorni, Paula svolge il ruolo indispensabile di interprete dei suoi genitori, in particolare nella gestione della fattoria di famiglia. Un giorno, incoraggiata dal professore di musica che ha scoperto che possiede un dono per il canto, decide di prepararsi per partecipare al concorso canoro di Radio France. Una scelta di vita che per lei comporterebbe l'allontanamento dalla sua famiglia e l'inevitabile passaggio verso l`età adulta.

COMMENTO: Campione di incassi in Francia e nella stagione appena passata, La famiglia Bélier è una commedia popolare che aggiorna con note e sorrisi il vecchio tema dell’adolescente alla ricerca di un’identità stabile. Sospeso tra focolare e autonomia, il nuovo film di Éric Lartigau ‘riorganizza’ una famiglia esuberante intorno a un’età per sua natura fragile e scostante. A incarnarla è il volto pieno e acerbo di Louane Emera, ex concorrente dell’edizione francese di The Voice, che presta voce e immediatezza a un personaggio in cerca di un posto nel mondo. Se comicità e crisi si accomodano tra la rappresentazione genitoriale del futuro filiale e la tensione allo svincolo della prole, i personaggi vivono situazioni esilaranti, annullano lo scarto con l’amore e spiccano il salto verso una condizione nuova. Appoggiato su una sceneggiatura solida, che mescola con perfetta misura umorismo, lacrime, disfunzioni, pregiudizi e canzoni. La famiglia Bélier svolge una storia ben ordita in cui ciascun personaggio gioca la sua parte con effetto e sincerità, senza mai sconfinare nel pathos.

23 novembre 2015

Taxi Teheran - Iran, 82 min, anno 2015 - Distribuzione Cinema 

Regia di Jafar Panahi

Con Jafar Panahi

TRAMA: Seduto al volante del suo taxi, Jafar Panahi percorre le animate strade di Teheran. In balia dei passeggeri che si susseguono e si confidano con lui, il regista tratteggia il ritratto della società iraniana di oggi, tra risate ed emozioni.

COMMENTO: Premio del Festival di Berlino 2015 (Orso d'oro). 

“Io non comprendo l’accusa di oscenità diretta ai classici della storia dei film, né capisco il crimine di cui sono accusato. Se queste accuse sono vere, voi non state mettendo sotto processo solo noi ma il cinema iraniano socialmente impegnato, umanistico e artistico, un cinema che prova a stare aldilà del bene e del male, un cinema che non giudica, né si arrende al potere o ai soldi ma prova a riflettere onestamente un’immagine realistica della società”.
Questo è uno stralcio del discorso di difesa processuale di Jafar Panahi, uno dei più influenti registi della Nouvelle Vague iraniana, condannato a sei anni di carcere e a venti di proibizione di dirigere, scrivere e rilasciare ogni forma di intervista con i media stranieri, nonché il veto di non poter lasciare l’Iran.

Il suo ultimo film Taxi Teheran è stato acclamato in tutto il mondo e osannato dalla giuria del Festival Internazionale di Berlino. Cosi è stato commentato da Darren Aronofsky, Presidente della giuria del Festival di Berlino 2015: «Le restrizioni sono spesso fonte d’ispirazione per un autore poiché gli permettono di superare se stesso. Ma a volte le restrizioni possono essere talmente soffocanti da distruggere un progetto e spesso annientano l’anima dell’artista. Invece di lasciarsi distruggere la mente e lo spirito e di lasciarsi andare, invece di lasciarsi pervadere dalla collera e dalla frustrazione, Jafar Panahi ha scritto una lettera d’amore al cinema. Il suo film è colmo d’amore per la sua arte, la sua comunità, il suo paese e il suo pubblico».

30 novembre 2015

È arrivata mia figlia! - Brasile, 114 min, anno 2015 - Distribuzione BIM

Regia di Anna Muylaert

Con Regina Case, Michel Joelsas, Camila Márdila, Karine Teles, Lourenço Mutarelli.

TRAMA: Dopo aver affidato la figlia Jessica alle cure e all'educazione di alcuni parenti nel nord del Brasile, Val trova un impiego a São Paulo come governante e svolge il suo lavoro con premura e attenzione. Tredici anni dopo, Jessica si presenta in visita e affronta sua madre criticandone l'atteggiamento succube e spiazzando tutti gli inquilini della casa con il suo comportamento imprevedibile.

COMMENTO: Vincitore del Premio Speciale alla Giuria al Sundance e del premio del pubblico all’ultimo Festival di Berlino, il film vanta come protagonista Regina Casé, attrice teatrale, cinematografica e televisiva con una carriera ultraquarantennale alle spalle, ad oggi una delle interpreti più importanti del Brasile. È arrivata mia figlia! racconta, con leggerezza e ironia, i rigidi meccanismi alla base della cultura brasiliana, retaggio di un passato colonialista che tuttora influisce sul carattere delle persone. Il film inizia raccontando proprio le consuetudini e le regole che governano i rapporti affettivi e sociali in una ricca famiglia a San Paolo, spostando poi l’attenzione su Jessica che irrompe nel contesto domestico, del tutto inconsapevole delle regole della casa, pronta a valicare alcune linee di demarcazione che la madre ha rispettato dal primo giorno di lavoro, sottolineando la differenza generazionale tra le due protagoniste. 

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