La paradossale situazione attorno al caso Radio Città
Come riportato nel numero 312 di Prima Pagina Marche del 7 marzo 2015, è del 28 Gennaio 2015 (depositato il 29 Gennaio 2015) il provvedimento del Consiglio di Stato che rigetta l'ennesimo ricorso di Radio Città srl. Il provvedimento di annullamento della concessione impedisce a Radio Città srl di continuare a trasmettere e rende le attuali trasmissioni totalmente abusive. A questa ennesima segnalazione è seguito l'ennesimo, inspiegabile, immobilismo. Ma a questa grave ed ingiusta situazione di slealtà, segue un'altra considerazione: il paradosso dei soggetti coinvolti.
In un periodo in cui la lotta all'abusivismo è riportata su ogni quotidiano locale e nazionale, troviamo sconcertante il silenzio su questa situazione da parte della stampa pesarese. Stampa, tra l'altro, diretta interessata alla questione in quanto promotrice della Verità. In questa triste storia, in cui non esistono sfumature di schieramento, è altrettanto triste l'alone di silenzio che l'avvolge. Così come triste e paradossale troviamo il coinvolgimento del Circolo della Stampa di Pesaro che ha per presidente il direttore di una radio abusiva. Riportiamo dal sito Circolodellastampapesaro.it: “Il Circolo della Stampa di Pesaro riunisce giornalisti, pubblicisti e professionisti, ma anche simpatizzanti che si riconoscono nelle finalità culturali e sociali del Circolo”. Se queste sono le finalità culturali e sociali, c'è poco da simpatizzare e da riconoscersi per chi e in chi maschera un chiaro caso di abusivismo.
Purtroppo, però, i soggetti coinvolti non sono finiti qui. E sono forse quelli che recano ancor più danno culturale e sociale. E' paradossale infatti che a questa situazione partecipino soggetti storici e importanti come la Banca di Pesaro e altre notevoli aziende del territorio (facenti anche parte del Consorzio Pesaro Basket) oltre ad alcuni istituti scolastici della nostra città. Nel primo caso ci si chiede come possono tali aziende e la Banca di Pesaro stessa continuare a fare finta di nulla e in un momento così difficile spendere notevoli quantità di soldi in pubblicità su un'emittente non autorizzata incentivando così l'abusivismo? Cosa ne pensano i clienti stessi della Banca di Pesaro sapendo che il loro istituto di credito finanzia un'emittente abusiva anche con i loro soldi? Nel secondo caso c'è un potenziale tanto dannoso quanto terrificante: cosa pensereste se i vostri figli crescessero in un istituto scolastico che finanzia un'attività abusiva? Che lezione possono trarre da questo paradosso, in circostanze in cui certi reati si dovrebbe insegnare a combatterli?
Ed infine, cosa pensano i tanti tifosi biancorossi quando comprano il biglietto o l'abbonamento per vedere la Vuelle Basket, una società sportiva tanto attenta all'immagine e vincente ma che permette le radiocronache delle proprie partite a un'emittente abusiva?
Ci siamo trattenuti fino a questo momento dall'usare la parola “omertà”, poiché dietro tale termine si costituisce un brutto immaginario fatto di ingiustizie e tragedie. Ma attualmente non troviamo altre parole per descrivere questo paradosso.