Monitor dei distretti industriali delle Marche, realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Banca dell’Adriatico, aggiornato al 31 dicembre 2014
Nel corso del quarto trimestre del 2014, le esportazioni dei distretti marchigiani sono cresciute a un ritmo del 3,2%, in linea con quanto registrato dalla media dei distretti italiani (+4,1%), nonostante le perdite significative registrate in Russia, principale mercato di riferimento per le imprese dell’area. Sul totale d’anno le esportazioni dei distretti delle Marche hanno registrato un andamento sostanzialmente stabile, evidenziando un +0,4% rispetto al 2013. Dal 2010 il ritmo di crescita delle esportazioni delle imprese distrettuali marchigiane ha evidenziato un progressivo rallentamento, che ha impedito il recupero dei livelli pre-crisi: le vendite estere nel 2014 hanno raggiunto un livello pari a 3,5 miliardi di euro, 1,3 miliardi in meno rispetto al massimo del 2007.
Sono questi i principali risultati che emergono dal Monitor dei Distretti delle Marche curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Banca dell'Adriatico.
“Il mancato recupero dei livelli di export elevati, raggiunti prima del crollo del biennio 2008-2009, – commenta Roberto Dal Mas, direttore generale di Banca dell’Adriatico – è stato determinato dalle pesanti perdite registrate durante la crisi da due importanti realtà della regione, le cappe aspiranti ed elettrodomestici di Fabriano e le cucine di Pesaro, distretti che non sono riusciti a recuperare nel periodo 2010-2014 quanto perso in precedenza.”
A livello di singoli distretti, nel 2014, le calzature di Fermo (-4,2%) e le cucine di Pesaro (-6,1%) hanno registrato un calo delle esportazioni a causa delle perdite riportate in Russia, mercato verso cui sono altamente proiettate le imprese di questi due poli, mentre sono cresciute le vendite estere degli altri due distretti del sistema moda, pelletterie del Tolentino (+3,6%) e, in misura molto contenuta, la jeans valley di Montefeltro (+0,2%) e delle cappe aspiranti ed elettrodomestici di Fabriano (+6,5%), delle macchine utensili e per il legno di Pesaro (+12,2%) e degli strumenti musicali di Castelfidardo (+5,7%), tutti distretti che hanno registrato un’inversione di tendenza rispetto alla chiusura negativa del 2013.
L’analisi dell’orientamento dei flussi commerciali mostra come nel quarto trimestre i distretti marchigiani abbiano mantenuto un buon ritmo di crescita nei mercati tradizionali, dove hanno mostrato un progresso dell’export del 6,3%. Debole invece, seppure in ripresa dopo tre trimestri in negativo, la variazione registrata nei nuovi mercati (+0,3%), penalizzati dall’andamento negativo della Russia, primo mercato di riferimento per le imprese dell’area. Il dato depurato dall’“effetto Russia” evidenzia infatti una crescita dei nuovi mercati del 5%.
Complessivamente nel 2014 le esportazioni dei distretti delle Marche sui mercati maturi sono aumentate del 5,1%, evidenziando un’accelerazione dopo un triennio di crescita debole. A sostenere la dinamica dei paesi maturi sono stati i buoni risultati riportati da Germania, Stati Uniti e Regno Unito. Di segno opposto invece la dinamica riportata nel 2014 sui nuovi mercati, dove le vendite dei distretti marchigiani sono calate del 4,5%, a causa principalmente dei cali riportati da tutti i distretti della regione in Russia (-21,2% rispetto al 2013 per un valore di export pari a 362,7 milioni di euro). Positivo invece il contributo della Polonia (+24,1% nel 2014).
Sebbene lontano dai livelli massimi del 2013, il numero di ore complessive autorizzate in Cassa Integrazione Guadagni (CIG) nel 2014 si attesta ancora su livelli elevati (13,7 milioni di ore, a fronte dei 15,7 milioni dell’anno precedente e rispettivamente 9,5 e 12,5 milioni del 2011 e 2012). Sono evidenti le difficoltà che le imprese distrettuali continuano ad affrontare sui mercati internazionali e sul mercato domestico. Nel 2014 si è significativamente ridotto il numero di ore di CIG Ordinaria, a fronte di un incremento della CIG Straordinaria e della CIG in deroga.