Prezzi che non calano e semmai crescono. Generi alimentari, materie prime, carburanti: niente sembra diminuire. E il dato di marzo relativo all’inflazione non rappresenta purtroppo una significativa deviazione del percorso di progressivo rientro dei prezzi, confermando che in Italia e nell’area euro la principale minaccia non è la dinamica dell’inflazione ma la stagnazione economica.
È quanto sottolinea la CNA commentando le stime preliminari dell’Istat sull’inflazione a marzo. “Il livello dei tassi di interesse dopo nove rialzi consecutivi – commenta Claudio Tarsi, direttore della CNA di Pesaro e Urbino - indica una politica monetaria particolarmente restrittiva, le cui conseguenze si stanno facendo sentire pesantemente anche nella nostra provincia”.
“Riteniamo che sia quanto mai urgente che la BCE avvii un percorso di discesa dei tassi rapido e robusto e che il sistema bancario italiano si adegui in perfetta sintonia e allenti le condizioni per l’erogazione del credito a imprese e famiglie”.
“Abbassare il costo del denaro – aggiunge Tarsi - è una necessità per dare impulso alla ripresa degli investimenti. Il recente decreto sul Pnrr stanzia 6,3 miliardi per gli investimenti in digitalizzazione e per sostenere l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (una grande vittoria della CNA)”.
“Ridurre il costo dei finanziamenti – conclude il direttore della CNA - significa accelerare la spesa delle imprese che in poco tempo possono attivare investimenti che sfiorano i 20 miliardi, con evidenti benefici: un contributo importante alla crescita economica, all’innovazione e alla riduzione dei costi energetici che hanno fatto schizzare in alto l’inflazione”.