"Abbiamo ridotto il debito e continueremo a farlo"
PESARO – La premessa non è delle più rosee: «Le difficoltà sono evidenti. La stragrande maggioranza dei Comuni non riesce a fare il bilancio. E’ il sesto anno consecutivo di tagli». Parla anche da vicepresidente Anci, Matteo Ricci, quando dice che «bisogna invertire la tendenza generale. Serve un decreto urgente per gli enti locali. E’ vero che ai Comuni è arrivata una mano sul patto di stabilità. Ma sulla parte corrente, purtroppo, sono ancora richiesti sacrifici evidenti». Ciò nonostante il sindaco, affiancato dall’assessore Antonello Delle Noci, definisce il bilancio di previsione 2015 secondo due direttrici: «Di sviluppo per la comunità locale. E di sostegno ai più deboli».
Linea. Se l’obiettivo è intercettare la ripresa, «la scelta è chiara: non aumentiamo le tasse. Anzi, le tagliamo per chi apre un’impresa. E confermiamo tutti i servizi sociali, anche prendendoci carico, attraverso l’Ambito, di quelli che non ci competono (disabili sensoriali, ndr). Perché siamo ancora nella fase dei bisogni crescenti». In parallelo c’è il rilancio sul binomio ‘crescita ed educazione': «Non abbandoniamo la tradizione delle scuole comunali. Faremo i concorsi per le maestre: saranno le nostre uniche assunzioni. In più, rimoduliamo e riduciamo le tariffe per i nidi nelle fasce medio-basse. Quelle maggiormente in sofferenza».
Taglia e cuci. I dettagli nei prossimi giorni. Nel frattempo c’è il preventivo: «Siamo i primi nelle Marche a chiuderlo, uno dei primi in Italia – nota Delle Noci -. L’unico, tra l’altro, a non ritoccare le tasse». Si è partiti da un ‘tot’ di milioni in meno, con questa somma: «Due milioni tagliati dalla legge di stabilità; un milione in meno per le coperture sul decreto degli 80 euro; un milione di trasferimenti statali ridotti sull’Imu; un altro milione per l’armonizzazione contabile. A questo, aggiungiamo altri due milioni di minori entrate su multe e riscossione tariffe». Così l’assessore si è mosso su più fronti, «per assorbire i sette milioni complessivi senza chiedere un euro in più» a cittadini e imprese: «Abbiamo ridotto il debito e continueremo a farlo. Nel 2010 eravamo a 605 euro pro capite, nel 2014 siamo arrivati a 419 euro».
Riorganizzazione. C’è poi la spending review sul costo del personale: «Con il passaggio da 18 a 10 dirigenti risparmiamo 250mila euro all’anno. Nell’orizzonte del mandato fa più di un milione. E tutte le consulenze saranno riprese all’interno del Comune». Delle Noci prima ribadisce il paradigma («non possiamo pensare di chiedere sforzi maggiori, la tassazione rimane invariata»), poi infila i tasselli. Uno alla volta. Tasi: «Confermata l’aliquota all’1.9 per mille. E inseriamo la detrazione di 200 euro per i redditi inferiori a 12mila euro Isee. Significa che il 98 per cento sotto questa soglia non pagherà la Tasi. A meno che non viva in una villa». Imu: «Invariata. Così come le voci pubblicità e occupazione». Addizionale Irpef: «Non sarà ritoccata. Siamo l’unico Comune capoluogo con l’aliquota allo 0.6 per cento fino a 28mila euro di redditi. E a Pesaro 3 su 4 sono sotto il tetto». E ancora: «Blocchiamo le tariffe dei servizi erogati dal Comune. Non saranno rimodulate verso l’alto, non applicheremo neppure il fisiologico adeguamento Istat. E’ un segnale di vicinanza rispetto alle difficoltà». Così come, secondo la giunta, il rinnovo dei 250mila euro per il fondo anticrisi, così ripartiti: «Per agevolazioni su affitto e bollette destiniamo 150mila euro, con un massimale di 1250 euro a famiglia. Gli altri 100mila saranno stanziati per il lavoro, con il bando ‘C’è posto per te’, pubblicato entro la fine di marzo».
Tesoretto. Resta un avanzo di 18 milioni, «che contiamo di ampliare in senso positivo nel prossimo consuntivo. L’Unione dei Comuni sarà importante non solo per l’efficienza ma soprattutto per investire questi soldi su manutenzioni e investimenti (grazie allo sblocco del patto di stabilità, ndr)». Capitolo investimenti: «Direttamente o indirettamente, tramite le società, investiremo dieci milioni di euro. Tra cui tre milioni e mezzo per la manutenzione straordinaria delle strade, che è il doppio del 2014. Più un milione e 200mila euro per la ristrutturazione del vecchio palas. Oltre agli interventi per il restyling sul viale Trieste e Palla di Pomodoro, grazie alla vendita del 2.5 per cento di quote di Marche Multiservizi». Altri passaggi in ordine sparso sul ‘#Ripartipesaro’ («detassazione per tre anni alle nuove imprese; riduzione del 50 per cento degli oneri di urbanizzazione per risparmio energetico e abbattimento barriere architettoniche»); pagamenti ai fornitori («saldato il cento per cento»); operazione “affitto facile” («con i canoni concordati per le attività economiche, per il locatore ci sarà il 30 per cento di riduzione dell’Imu: così stimoleremo il commercio»); fondi europei («puntiamo sull’ Ufficio sviluppo e opportunità come strumento per intercettare finanziamenti comunitari. Ci siamo uniti con Fano: nei prossimi due anni arriveranno sei milioni. Altri 24 Comuni faranno la convenzione con Pesaro, diventeremo il primo soggetto nelle Marche nella ricerca dei fondi europei». Resta l’allineamento dell’imposta di soggiorno: «Comunque al di sotto dei Comuni della Romagna, a fronte di un investimento importante sul turismo».
Visione. Secondo Matteo Ricci, data la premessa, «è il massimo di quello che potevamo fare. Nonostante i tagli i conti tornano grazie ai risparmi, nell’immediato e in prospettiva, sul costo organizzativo del personale. Senza mandare a casa nessuno, intervenendo sulla gestione del turn-over e sul numero dei dirigenti, come abbiamo già fatto. In più ci sono i benefici dalle riforme sulle partecipate e sulla Fondazione Pesaro Cultura. Oltre all’Unione dei Comuni. Perché mentre si resiste, bisogna cambiare per mantenere i servizi e sostenere lo sviluppo».