Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino: “In questi mesi ho fatto oltre 10 incontri per capire se c’erano le condizioni per mantenere i posti di lavoro degli 8 dipendenti della società”
PESARO – “Il mio disinteresse? La verità è che in cinque mesi avrò fatto dieci incontri con i miei dirigenti e con Megas.net, oltre a diverse assemblee per capire se c’erano le condizioni per mantenere i posti di lavoro degli 8 dipendenti della società un tempo assunti dal Centro Servizi della Provincia e poi incorporati da Megas.Net. Non penso siano state fatte così tante riunioni in passato…”. Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Daniele Tagliolini è duro con Cgil, Cisl e Ugl “che non se la possono prendere con me, visto che la Provincia non è né il proprietario né il finanziatore di Megas.net, ma solo un socio, insieme a circa 50 Comuni del territorio”.
Come ricorda Tagliolini, i dipendenti di Megas.Net provenienti dal Centro Servizi della Provincia svolgevano servizi che dopo la riforma “Del Rio” non rientrano più tra le funzioni dell’ente. “Ho cercato e sto cercando di ridare vita alla Provincia reinternalizzando i servizi prima affidati all’esterno. In questo momento devo tutelare in primo luogo i dipendenti e le competenze rimaste al nostro ente. In futuro, se avremo progettualità da affidare all’esterno, farò riferimento prioritariamente a Megas.net”.
Riguardo ai rapporti con la società, la Provincia nei giorni scorsi, nell’approvare il piano di razionalizzazione delle società partecipate, ha chiesto al consiglio di amministrazione di Megas.Net la definizione di un piano industriale con ulteriori prospettive di sviluppo. “Non avvallerò mai una mancata pianificazione industriale – aggiunge Daniele Tagliolini -, non siamo uno stipendificio, se gli altri Comuni vogliono farlo lo faranno da soli”.
Infine, un’ulteriore stoccata a Cgil, Cisl e Ugl: “La pubblica amministrazione deve essere semplice, snella ed erogare servizi, i sindacati facciano la loro parte, io la mia. Loro sono stipendiati per fare il loro lavoro, i presidenti delle Province oggi lo fanno gratuitamente”.