La verità del presidente della Provincia: ‘Tolti i finanziamenti già assegnati sul bene simbolo dell’antimafia. Il motivo? Sono un sindaco di sinistra’
PESARO – «E’ una vergogna. Quello che è accaduto è semplicemente scandaloso». E’ un duro attacco alla Regione quello del presidente della Provincia Giuseppe Paolini sulla vicenda che ruota intorno alla Fattoria della Legalità di Isola del Piano, primo bene confiscato alla criminalità nelle Marche, divenuto un simbolo dell’antimafia nel territorio di Pesaro e Urbino. «Parlo a cuore aperto, perché sono indignato e amareggiato. E’ ora di raccontare la verità: per questo caso abbiamo chiesto incontri, pazientato, atteso a lungo. Ma adesso basta: non ci stiamo ad essere presi in giro sui temi della legalità», sbotta Paolini. Che racconta: «C’era un finanziamento sul bene assegnato dall’ex presidente della Regione Luca Ceriscioli, pari a 240mila euro. E’ stato eliminato dalla nuova giunta, con una grave mancanza di rispetto per tutte le persone che per oltre 10 anni si sono spese, portando avanti progetti con i giovani e le scuole presi ad esempio a livello nazionale. Più volte ho segnalato la necessità di ripristinare quel finanziamento al presidente Acquaroli. Risultato? Promesse su promesse». Prosegue Paolini: «Quello che è imbarazzante è un altro punto. Un consigliere regionale di maggioranza mi ha rivelato che il finanziamento è stato cassato dalla Regione perché sono un sindaco di sinistra. Ma un bene confiscato alla mafia non appartiene a un Comune, è di un’intera comunità. In caso contrario sarebbe stato rivenduto all’asta: per questo ci siamo fatti carico della situazione e abbiamo già sostenuto molte spese. Ma senza quei fondi, che sono stati cancellati definitivamente, non riusciamo ora a ristrutturarlo. La Regione vuole quindi la fine di questo progetto simbolo della legalità? Complimenti». Paolini «allibito» dalle parole dell’assessore Saltamartini in consiglio regionale, in risposta all'interrogazione di Micaela Vitri: «Ringrazio la consigliera, perché ha dimostrato di avere una coscienza legale. Ma quello che ha detto l’assessore è scandaloso. Si è tolto da ogni responsabilità rimandando la palla alle associazioni. Ma sappiamo bene che non c’è nessuna associazione che gestisce una cosa del genere, devono essere gli enti pubblici a farsene carico. Esistono finanziamenti appositi ed incentivi. Se le amministrazioni pubbliche si tirano indietro davanti ai temi della legalità, allora per cosa sono morti Falcone, Borsellino, Pio La Torre, Peppino Impastato? Il menefreghismo è simile alla connivenza e alla complicità. Adesso basta». Conclude Paolini: «Quest’estate organizzeremo campi di impegno e formazione nella Fattoria a cui inviteremo personaggi nazionali simbolo della lotta alla mafia. E il comportamento della Regione sarà una delle questioni che saranno affrontate. Perché non si può restare indifferenti davanti a certe vicende».