"Destination Marche", la Rete di Imprese turistiche costituita da sette tour operator della Provincia di Pesaro e Urbino e presieduta da Amerigo Varotti, nell'ultima riunione del Comitato tecnico, ha preso posizione in merito.
Da un recente sondaggio condotto dalla Società Sigma Consulting su un ristretto campione di cittadini marchigiani, risulterebbe che i pesaresi intervistati, per il 55%, in caso di accorpamento delle Regioni, sarebbero ben contenti di andare con l'Emilia Romagna. E tra i motivi principali di questa scelta c'è la convinzione che il turismo ne avrebbe concreti benefici. E quindi anche l'economia.
"DESTINATION MARCHE", la Rete di Imprese turistiche costituita da sette tour operator della Provincia di Pesaro e Urbino (Riviera Incoming, APA Hotel, Marche Holiday, Mondo Viaggi, Esatour, Sogno e Gabimar), presieduta da Amerigo Varotti, nell'ultima riunione del Comitato tecnico, ha preso posizione in merito.
"Rispettiamo, ovviamente , il parere del piccolo campione di cittadini intervistati. Ma da professionisti del settore turistico, quali siamo, impegnati da tanti anni a promuovere nel mondo la nostra Provincia e le Marche, esprimiamo la grande preoccupazione ed il timore che la Proposta di legge Morassut - Ranucci possa trovare un qualche seguito e ascolto.
In primo luogo perché l'eventuale accorpamento delle Regioni non può e non deve prevedere una divisione, uno spezzatino, delle Marche che invece dovrebbe rimanere unita ed eventualmente accorpata con l'Umbria MA CERTAMENTE NON CON L'EMILIA ROMAGNA.
In secondo luogo, il nostro modello turistico, quello provinciale e marchigiano, si differenzia profondamente da quello romagnolo per qualità e quantità dell'offerta.
Una ipotetica aggregazione all'Emilia Romagna avrebbe solo effetti negativi per il nostro turismo e la nostra economia. Le caratteristiche della nostra offerta, legata certamente al mare ma, soprattutto alla cultura, alla qualità ambientale, alla bellezza, alla gastronomia, alla qualità della vita ed alla sicurezza, mal si addicono con l'equiparazione al modello romagnolo. Che sicuramente noi non vogliamo né possiamo scimmiottare".