BIANCANI. L'integrazione è importante per evitare che chi scappa dal proprio paese finisca in mano alla malavita

BIANCANI. L'integrazione è importante per evitare che chi scappa dal proprio paese finisca in mano alla malavita

“L'illegalità va contrastata senza se e senza ma servono nuove norme nazionali, pene certe e più personale tra le forze dell'ordine. Con gli slogan populistici non si combatte l'illegalità”

 

 
 
 
 
L’illegalità va contrastata, senza sé e senza ma. Ed è chiaro che chi spaccia va messo in carcere, questo non si discute. Ma il vero problema, che il Governo non riesce a combattere, è la permanenza di queste persone in galera, che spesso si trovano a piede libero dopo pochi giorni, rendendo spesso vano tutto lo sforzo quotidiano delle Forze dell'ordine. Parliamo proprio della stessa destra, che per altro Baldelli, Baiocchi, Andreolli rappresentano e che oggi sulla stampa parlano di “devastante messaggio di impunità”, che dovrebbe essere la prima a garantire la sicurezza nei territori, anche, ad esempio, implementando i posti di lavoro delle forze dell’ordine, ma soprattutto garantendo una pena certa e rispettata. È qui che il Governo deve intervenire. Per combattere l’illegalità servono regole e strumenti giusti che spesso non abbiamo e soprattutto più personale. 
 
Generalizzare e parlare di “pusher da integrare” non riassume in pieno il mio pensiero, ma chi oggi si indigna rispetto alle mie parole, opportunamente strumentalizzate, ha un bel coraggio, facendo parte di forze politiche che hanno sempre urlato, con slogan populistici, di combattere l'illegalità ma che non hanno mai concretamente fatto nulla. Se il Parco Miralfiore e la zona della stazione sono descritte come zone in mano all'illegalità, la critica non è al sindaco ma alla Forze dell'ordine a cui spetta il contrasto all'illegalità e alla criminalità, che invece si stanno impegnando concretamente anche se - come ho già detto - purtroppo non sono messe nelle condizioni di poter svolgere al meglio il proprio lavoro. Da parte mia, non scaricherò mai le responsabilità sugli altri e ritengo che serva un confronto costante con tutti i soggetti coinvolti, consapevoli della reale complessità del problema che non riguarda solo Pesaro, ma tutte le aree attorno alle stazioni d'Italia.
 
Il Comune di Pesaro è in prima linea per la lotta all’illegalità, lo hanno dimostrato le azioni fatte in questi anni, che questa sindacatura vuole portare avanti con determinazione, collaborazione e dialogo, insieme a Prefettura, Questura e Forze dell'Ordine a cui compete l'ordine pubblico. Il Comune ha sempre garantito la propria disponibilità a collaborare, tanto che, ad oggi, partecipa ad un'operazione, gestita dalla Questura, a fianco di Polizia, Carabinieri e Finanza per il contrasto al traffico e alla spaccio di droga. Non a caso una delle prime cose fatte dopo il mio insediamento è stato quello di chiedere alla Prefettura, che è l'autorità cui compete l'ordine pubblico, la convocazione del Comitato Ordine e Sicurezza che si riunirà il prossimo venerdì. L'Amministrazione continuerà con le azioni di propria competenza, in primis portando avanti la riqualificazione dei luoghi del degrado, trasformandoli in spazi sempre più accessibili, serviti e partecipati, perché una città più viva è anche più sicura. Gli esempi sono via dell’Acquedotto, che negli anni si è trasformato da retrobottega della città a spazio intergenerazionale di svago, il sottopasso dei Cappuccini recentemente rinnovato, gli interventi sulla nuova stazione ferroviaria, la prossima riqualificazione dei due parcheggi dietro la stazione e i nuovi impianti di videosorveglianza in tutta l'area della stazione, dei parcheggi e del sottopasso. Ma ribadisco che da solo il Comune può fare poco, così come le stesse Forze dell'ordine, se dallo Stato non arrivano regole chiare e certe, ripetutamente annunciate con slogan populistici ma mai concretizzate con provvedimenti veramente efficaci.
 
Spesso, quando si parla di sicurezza si pensa all'immigrazione, perchè a molti, e soprattutto a chi gestisce il traffico della droga, conviene avere manodopera a basso costo che per vivere è costretta a spacciare e compiere reati, non avendo nulla da perdere, proprio perchè in Italia non esiste una politica che punti a mettere in regola e integrare chi arriva.  Un problema che riguarda anche il fenomeno del caporalato e dei tanti lavoratori onesti sfruttati e privi di sicurezza e diritti. Per questo dico che l'integrazione fa parte delle soluzioni al problema del Miralfiore, perchè può essere un “antidoto” per evitare che persone che scappano dal proprio Paese alla ricerca di un futuro migliore, finiscano tra le file della malavita. Negli ultimi anni, con la destra al governo, i numeri degli arrivi irregolari in Italia sono cresciuti in modo molto significativo, una situazione denunciata a livello nazionale dai sindaci e dai Comuni, ma ignorati dal governo che continua a fuggire dalle proprie responsabilità sulla prima accoglienza. Oggi, chi arriva nelle città rischia di diventare un fantasma e di finire nelle mani della malavita per poter sopravvivere: è questa, per noi, una vera e propria emergenza da contrastare a Pesaro e in tutto il Paese. Non basta annunciare la riduzione delle partenze, quando in realtà queste sono quadruplicate. Occorre coniugare il rispetto dei diritti umani, la necessità di controllo e governo dei flussi migratori, e soprattutto la cultura della legalità.
 
Infine, ribadisco che è necessaria anche una forte azione rivolta a chi oggi fa uso di droghe, speso rovinandosi la vita fino ad arrivare alla morte. Se ci sono tanti spacciatori è perchè purtroppo ci sono tantissimi consumatori. Vanno avviate politiche tra tuti gli enti coinvolti in particolare Stato, Regione, AST e Comuni per educare le persone sui rischi della droga e per favorire percorsi di recupero.
Tutto il resto, polemiche e accuse ricevute in questi giorni, le rispedisco ai mittenti, capaci solo di cavalcare inutili polemiche senza approfondire la complessità dei problemi.

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