Moda, CNA: 50 aziende della regione si son date appuntamento on line per creare un sistema Marche

Moda, CNA: 50 aziende della regione si son date appuntamento on line per creare un sistema Marche

Matching Day tra imprese del settore aderenti al Mood Market organizzato dalla CNA

di Ufficio Stampa

Sono state oltre 50 le aziende del settore moda che hanno partecipato al primo “Matching Day della Moda”, organizzato da CNA Federmoda di Pesaro e Urbino e Federmoda Marche, con il sostegno di Unicredit Marche.

L’evento, unico nel suo genere, ha visto protagoniste le imprese aderenti alla web community di CNA “Mood Market” di tutte le Marche, una di fronte all'altra con l’obiettivo di avviare collaborazioni produttive e commerciali con i colleghi che si occupano di calzature, abbigliamento, tessile, maglieria, accessori, pelletteria, oltre a stile e modellistica.

Ogni impresa che ha partecipato all'incontro aveva nella sua agenda fino a dieci appuntamenti, di trenta minuti ciascuno, a partire dalle ore 15 fino alle 20.

Un incontro all'insegna dell'operatività e della concretezza, ha evidenziato Alessandra Benvenuti, responsabile provinciale di CNA Federmoda: “Un momento proficuo, importante e innovativo - ha dichiarato - utile a conoscersi e sviluppare nuovo business”.

“Matching come modalità vincente e da incentivare anche nel futuro, ha sottolineato il segretario provinciale della CNA, Moreno Bordoni, che ha auspicato ulteriori iniziative di conoscenza anche verso altre regioni italiane”.

Dal matching, inoltre, è stato lanciato anche un attualissimo messaggio, grazie all'intervento del professore Marco Ricchetti, docente di Economia della Moda al Politecnico di Milano, tra gli ideatori del Sustanaibility Lab, piattaforma digitale di esperti dedicata alla diffusione della cultura della sostenibilità nel sistema moda.

Da parte dei produttori, dire sì alla moda sostenibile che si basi su un utilizzo ridotto o comunque attento della chimica può rappresentare un concreto vantaggio competitivo: come riferito da Ricchetti, infatti, i grandi marchi, attenti alla propria immagine e inclini a voler raggiungere il consumatore consapevole, stanno stilando vere e proprie “green list” di fornitori che siano in grado di garantire caratteristiche di non dannosità e sostenibilità dei materiali utilizzati.

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