Speciale Flanger: Torres

Speciale Flanger: Torres

Il secondo album della cantautrice americana è il migliore della settimana

di Luca Petinari

Nata in Georgia, laureatasi a Nashville, dove la musica è ancora una ragione di vita, e approdata a Brooklyn per affermarsi. Vi parliamo di MacKenzie Scott, in arte Torres, una giovane cantautrice classe 1991 prossima a diventare una delle beniamine dei cuori più dolci del panorama alternative. La storia che porta al suo album d'esordio, omonimo, del 2013, è di quelle che commuove: la piccola MacKenzie viene adottata ricevendo un'educazione cattolica ed è qui, tra i corsi di coro e chitarra della chiesa (cresciuta in parrocchia, diremmo noi), che dimostra una spiccata abilità.

I genitori ci vedono del buono: "con un po' più d'impegno potresti prendere seriamente in considerazione l'idea di vivere di musica", le dicono. Ed è così che un Natale le regalano la sua prima Gibson, frutto di tanti risparmi in una situazione economica precaria. Con l'elettricità della sua chitarra si sposta a Nashville, capitale del country, dove si iscrive all'università e si laurea. Tra un corso e l'altro comincia a comporre i primi demo, arrivando così all'esordio, autoprodotto, nel 2013. Un album fatto di un folk fragile ed elettrico che fa subito il giro del mondo, creando molte aspettative per questo nuovo 'Sprinter'.

Nel frattempo ha avuto modo di farsi le ossa: gli apprezzamenti arrivano da personaggi noti nel panorama musicale (indie e non solo) americano come Hamilton Leithauser, Strand Of Oaks, Okkervil River e Lady Lamb The Beekeeper che la scelgono come spalla ai loro concerti. Sharon Van Etten la convoca addirittura per condividere un brano nel suo ultimo album 'Are We There' e tra le due nasce una bellissima amicizia, tanto che la Van Etten ricambierà l'ospitata nel secondo LP della Scott.

Ma la cantante di Brooklyn non è la sola ad esser stata ingaggiata per 'Sprinter': assieme a lei, ma in questo caso come membri stabili, ci sono Ian Oliver (già bassista di PJ Harvey) e Adrian Utley, chitarrista dei Portishead. Alla produzione le viene affiancata Rob Ellis, noto per il lavoro svolto con la già citata PJ Harvey. E proprio lo spirito crudo e distorto della Harvey invade le sonorità di 'Sprinter': l'opening track Strange Hellos mette subito in chiaro questa nuova tendenza, confermata poi nella title track. New Skin è il brano che vede la collaborazione di Sharon Van Etten (e, in un'altra versione, anche dei War On Drugs) e conferma ancora di più le affinità tra i due, con un ammorbidimento dei suoni e della voce. Son, You Are No Island strizza l'occhio a un post-rock visionario anni '90, mentre Ferris Wheel e The Exchange, i brani più lunghi del lotto, riportano alle sonorità dell'esordio ma con molta più sofisticazione. I testi trattano il tema dell'abbandono, in quanto sia lei che sua madre sono state addottate, stratificando ancor di più l'ascolto.

Con questo album Torres ha confermato ciò che di buono si era sentito nel 2013. Era partita con un lavoro autoprodotto "di fortuna", ha raccolto i suoi frutti ed ora porta in tour la sua nuova creatura. Tour che è partito da Brooklyn, tappa di partenza per moltissimi artisti indipendenti e non solo. Presto passerà anche in Europa e speriamo che il suo percorso tocchi anche l'Italia. Se non altro per essere testimoni di questa meravigliosa creatura, che tra momenti di difficoltà e botte di fiducia si sta facendo largo tra i grandi della musica.

Clicca qui per riascoltare la puntata di Flanger.

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