L’assessora con delega alle Politiche per la casa presenta «l’accordo pubblico-privato per rispondere all’emergenza abitativa che coinvolge la ‘fascia grigia’, intermedia, dei pesaresi, proponendo nuove soluzioni, anche finanziarie, e azioni condivise»
Sono 6 le linee d’intervento previste dal documento con validità triennale, siglato dall’Amministrazione comunale e da 11 realtà attive nel settore
Interventi «per spingere sul canone concordato, impegnare la Regione Marche a ripristinare il fondo affitto (cancellato dallo scorso anno), aumentare l’offerta delle locazioni». E ancora, «il censimento delle unità abitative del territorio e la loro rigenerazione; la conversione di strutture ricettive/commerciali in alloggi e il sostegno al social housing» ma anche «Contrasto all’abusivismo e misure per garantire la sicurezza e il benessere degli abitanti più fragili». Sono alcune delle azioni previste dal Patto dell’Abitare, accordo stretto tra il Comune, tramite l’assessorato alla Sostenibilità e Coesione, e le realtà del territorio coinvolte dalla tematica, che si pongono l’obiettivo di “sviluppare nuove politiche”, volte a “sostenere le fasce sociali più esposte alla crisi economica e all’accelerazione dei costi dell’abitare”.
Non coloro che sono già in carico ai Servizi sociali, dunque, ma la nuova “fascia grigia”, «Una fascia “intermedia”, composta da coloro che avrebbero la possibilità di pagare le spese d’affitto ma non riescono a farlo» spiega Maria Rosa Conti, assessora con delega alle Politiche per la Casa che puntualizza: «Pesaro è una città con politiche di welfare molto qualificate ed era doveroso cercare di rivolgerle anche a coloro che necessitano di un servizio per il “bene casa”, una criticità che, a livello nazionale, conta tassi percentuali tra il 20 e il 40%». Per questo, l’Amministrazione tramite il Patto dell’Abitare, ha avviato un «Partenariato “misto” che interviene anche sull’offerta del privato, punta a migliorare l’offerta del canone concordato e a intervenire sul disequilibrio domanda-offerta, alterato dalla vocazione turistica del territorio. Cercheremo di trovare nuove forme finanziarie per agire in questo ambito e fare un censimento del patrimonio pubblico e privato delle residenze. Una fotografia che indicherà la strada migliore da percorrere per far fronte alla crisi abitativa».
A sottoscrivere il Patto, insieme al Comune, le realtà del territorio coinvolte dalle politiche per l’abitare: CARITAS Pesaro; CISL Marche sezione Pesaro-Urbino; SICET MARCHE -Sindacato Inquilini Casa e Territorio (CISL) Pesaro-Urbino; SUNIA Pesaro – Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari (CGIL); FIMAA Pesaro-Urbino - Federazione Italiana Mediatori Agenti D’Affari; FIAIP - Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali; CGIL Pesaro- Urbino; UNIAT Pesaro - Unione Nazionale Inquilini Ambiente e Territorio (UIL); CONIA Pesaro-Urbino - Confederazione Nazionale Inquilini Associati; UNIONE INQUILINI di Pesaro; ERAP Pesaro Urbino.
Le nuove progettualità daranno sostegno alle famiglie per il loro accesso all’abitazione in affitto e in proprietà; coinvolgeranno i privati, anche in partenariato pubblico-privato per promuovere gli interventi; punteranno al miglioramento dell’efficienza delle realtà pubbliche; metteranno in campo politiche per riqualificare il patrimonio residenziale pubblico; applicheranno strumenti finanziari innovativi.
Il Patto prevede un monitoraggio degli interventi, che si svolgerà con i “Tavoli dell’Abitare” che si riuniranno almeno 3 volte l’anno, e prevedranno verifiche in itinere delle azioni e delle misure avviate suggerendo anche integrazioni o correttivi da svolgersi per la durata triennale del Patto la cui sottoscrizione, precisa Conti, «potrà essere estesa ad altri soggetti pubblici o privati operanti nel settore abitativo».
Anna Baldella, della CISL Marche sezione Pesaro-Urbino, ha sottolineato «il valore del metodo adottato dal Patto, che garantisce l’impegno delle varie parti coinvolte del documento che ponendosi un limite temporale, riuscirà a fare risposte e a fare valutazioni utili per attivare interventi concreti». Roberto Rossini, segretario provinciale CGIL, ha ricordato «che Governo e Regione, dallo scorso anno, hanno azzerato il fondo affitti» e che il Patto certifica «l’impegno delle realtà del territorio al welfare abitativo, su cui il Comune si è attivato con continuità», vedi il Fondo affitti previsto dall’Amministrazione insieme alle organizzazioni sindacali. Rilevante, per Rossini, anche il «tema della rigenerazione edilizia pubblica» e quello legato «alla sicurezza che contempla anche il recupero delle zone degradate della città».
Il segretario provinciale Sunia Gabriele Belfatto, ha fotografato la questione legata agli affitti “stagionali”, che «sta stravolgendo le città con l’esplosione delle locazioni brevi a discapito di quelle a lunga durata. Un andamento che condiziona anche le scelte urbanistiche». Sabina Fucili, della Sicet CISL: «In Italia, ci sono 5 milioni di appartamenti vuoti. Una cifra che testimonia la dimensione del problema delle locazioni. L’augurio è che il Patto porti un’innovazione, in termini di risposte, nel nostro territorio». Tommaso Andreani, presidente provinciale Fiaib, ha detto: «La tematica ci coinvolge quotidianamente nella nostra attività ed è sollevata sia dagli inquilini, sia dai proprietari. È anche per questo che abbiamo abbracciato da subito la proposta del Patto dell’abitare in cui apporteremo tutta la nostra esperienza per cercare di sensibilizzare i proprietari all’affitto a lungo termine». Il censimento degli immobili, per Simona Baldocchi della Fimaa, «Sarà un primo passaggio da cui partire e da perseguire con forza per verificare lo stato e il numero degli appartamenti vuoti che non si riesce a intercettare e immettere nell’offerta». Maria Teresa Turla, Caritas Pesaro: «L’Osservatorio Povertà ci segnala da anni una criticità importante del territorio legata all’abitare, ed è bello poterla affrontare insieme. La molteplicità di attori coinvolti dal Patto potrà dare risposta al territorio».
LE 6 LINEE D’INTERVENTO DEL PATTO DELL’ABITARE
Sono 6 le linee d’intervento previste dal Patto per raggiungere gli obiettivi condivisi dai firmatari.
La prima è quella del "Welfare abitativo" ed è rivolta alla fascia grigia o intermedia di famiglie che non riescono né ad accedere a soluzioni sul libero mercato, né all’edilizia residenziale sociale. Le azioni prevedono iniziative di diffusione del canone concordato; l’impegno per reperire risorse finanziarie comunitarie, nazionali e regionali da ridistribuire con l’erogazione diretta del contributo al proprietario dell’immobile; l’impegno a chiedere alla Regione Marche il ripristino del finanziamento del fondo affitto; una maggiore informazione su accessibilità, agevolazioni e migliori condizioni per la stipula di mutui per l’acquisto della prima casa.
La seconda linea di intervento è quella dell’Offerta abitativa in affitto, per aumentare l’offerta in locazione pubblica e privata nel comune, partendo dal censimento delle unità presenti.
La terza è quella della Rigenerazione dell’edilizia residenziale pubblica, per rafforzarla come volano delle politiche abitative regionale di sostegno e risposta al disagio abitativo. Previsto l'aggiornamento della banca dati ERAP e degli alloggi del Comune (stato di occupazione e manutentivo); la richiesta alla Regione di fondi dedicati alla manutenzione e al reperimento di nuovi alloggi; il conteggio degli alloggi sfitti e un piano di recupero degli stessi.
La Pianificazione Edilizia proporrà incentivi per interventi che incrementino la disponibilità di alloggi sociali e significative politiche di edilizia abitativa pubblica con il potenziamento degli interventi a sostegno dell’abitare sociale.
La quinta linea d’intervento riguarda l’Informazione ai cittadini da potenziare con piattaforme digitali, con una comunicazione integrata, con iniziative “costruite” insieme ad associazioni, sindacati, studi e organismi professionali, per fornire informazioni e servizi ai cittadini.
Il documento sottolinea anche la dovuta attenzione al tema “Sicurezza e socialità”, perché occuparsi di casa vuol dire curarsi delle persone che vi abitano con il miglioramento delle condizioni di vita e di sicurezza delle comunità. Per questo il Patto propone attività di contrasto all’abusivismo; misure di attenzione per gli abitanti più anziani e per i più fragili; promozione di iniziative per favorire l’uso responsabile del patrimonio abitativo da parte degli utenti, anche con attenzione al risparmio energetico e all’uso degli spazi comuni; progetti in materia mediazione linguistica, integrazione culturale, aggregazione, e simili.
Sono descritte inoltre le Modalità operative su cui si muoverà il Patto dell’abitare; si articoleranno incontri di approfondimento sui temi specifici, cui saranno invitati a partecipare i firmatari e i soggetti pubblici e privati individuati in base agli argomenti affrontati.
Il documento vuole costituire uno stimolo propositivo e progettuale per nuovo impegno comune per le politiche abitative.